Lu-Bek sceglie Mimaki per creare tessuti tecnici stampati ad alto valore aggiunto

Lu-Bek, azienda italiana specializzata nel confezionamento e distribuzione di tessuti tecnici in grande altezza, ha puntato sulla stampa digitale a sublimazione di Mimaki per completare il servizio, migliorare l’offerta e aprirsi nuove opportunità in nuovi mercati.

Fondata nel 2013 a Campi Bisenzio (Firenze), Lu-Bek è attiva nel mondo dello spettacolo teatrale e televiso e nel settore fieristico a tutto tondo, Nel corso degli anni, l’azienda ha diversificato l’offerta, fino a includere tessuti e tendaggi tecnici, controsoffitti, schermi da proiezione e retroproiezione e fondali per teatro, riuscendo ad ampliare anche il bacino d’utenza. Occupandosi di confezionamento di tessuti e trattando tessuti destinati alla stampa digitale, la capacità di eseguire la stampa direttamente in house avrebbe permesso di completare e valorizzare ulteriormente l’offerta.

Per questo, nella primavera 2019, Lu-Bek ha investito nella stampante a sublimazione di grande formato TS500P-3200 di Mimaki, a cui ha abbinato una calandra del fornitore italiano Monti, installata qualche mese più tardi. Secondo Luciano Borchi, fondatore e titolare di Lu-Bek, la stampa digitale rappresentava uno sbocco naturale per l’attività dell’azienda, tanto che il management aveva le idee molto chiare rispetto alla tecnologia di stampa inkjet su cui puntare: “La domanda di personalizzazione continuava ad aumentare e molto spesso riguardava quantitativi minimi. Per noi si trattava di un’opportunità da cogliere e la stampa inkjet a sublimazione costituiva l’opzione migliore per poter gestire la confezione dei tessuti una volta stampati, garantendo la qualità desiderata. Nelle nostre ricerche, abbiamo vagliato una serie di opzioni e alla fine abbiamo optato per la stampante Mimaki TS500P-3200”.

Grazie alla stampa a sublimazione di grande formato di Mimaki, Lu-Bek ha ampliato la gamma di prodotti per entrare in nuovi mercati di riferimento, in primis il settore dell’interior decoration. Oltre a valorizzare i tessuti tecnici con design di forte impatto – e con il grande vantaggio di non alterare con la stampa le proprietà tecniche dei tessuti – l’azienda ha sviluppato una serie di applicazioni di grande impatto, come display retroilluminati, controsoffitti, stretched ceiling – tessuti tesati per il rivestimento di soffitti e pareti – una soluzione particolarmente interessante, di grande appeal, green ed economica, per l’allestimento di ambienti quali negozi, alberghi, ristoranti, showroom.

Il formato della stampante Mimaki TS500P-3200 è stato certamente uno dei fattori determinanti nella scelta di Lu-Bek, in quanto consente di gestire con estrema flessibilità tessuti molto grandi. “Inoltre, questa soluzione ci consente di ottenere una qualità molto elevata e colori brillanti, senza alterare le proprietà tecniche e la mano dei tessuti. Inoltre, l’utilizzo di inchiostri a base acqua porta ulteriori benefici, in quanto la stampa è inodore ed ecologica, nonchè compatibile con l’utilizzo in ambienti interni”, spiega Borchi.

“Grazie alla stampa a sublimazione, anche tutte le operazioni di trasporto, logistica e montaggio sono semplificate: i teli stampati sono maneggevoli e possono essere facilmente piegati durante il trasporto; allo stesso modo, essendo leggeri e resistenti risultano di semplice gestione anche durante le operazioni di montaggio”.

Nonostante l’entrata a regime del reparto digitale sia coincisa con l’esplosione dell’epidemia da COVID-19, Lu-Bek sta utilizzando la nuova tecnologia per sviluppare applicazioni innovative e guardare a nuovi mercati: “Come tante altre aziende, anche la nostra ha subito l’impatto dell’arresto dei mercati causato dall’epidemia da COVID-19. Tuttavia, non ci siamo fermati e stiamo utilizzando la stampa digitale per valutare nuove opportunità, creare prodotti e soluzioni di allestimento innovative e avviare conversazioni con i player di mercati nuovi per noi, come l’interior decoration e l’abbigliamento, per prepararci ad affrontare al meglio il periodo post COVID”, conclude Luciano Borchi.